Percoso didattico "dalla Villa Zagaria al Lago"
La Villa Zagaria, con il relativo parco di circa 14 ettari, rientra nella Riserva ed è, dal 2000, di proprietà del Libero Consorzio Comunale di Enna, già Provincia Regionale di Enna. In posizione panoramica sul Lago, la dimora storica, risalente al XVIII secolo con destinazione originaria di casina di caccia, verrà adibita a sede degli uffici della Riserva e del Centro di Educazione Ambientale con annesso laboratorio.
Nel 2003 la già Provincia Regionale attivò l’iter per l’effettuazione dei “Lavori di recupero, restauro e rifunzionalizzazione del compendio immobiliare di contrada Zagaria”. Il progetto esecutivo dei suddetti lavori (ARTA - D.G. n. 137 del 20/02/2007) fu finanziato con fondi comunitari nell’ambito del POR Sicilia 2000/2006 – PIT 11 “Enna Turismo tra archeologia e natura” (Codice P.O.R.: 1999.IT.16.1.PO.011/1.11/11.2.9/01118). I lavori di recupero e restauro iniziarono nel novembre del 2007 e furono ultimati nell'ottobre del 2008
Il percorso si snoda nel parco della Villa per circa 900 metri e può arrivare al Lago in ulteriori circa 400 metri, percorrendo 50 metri lungo la SR 3 ed il resto entrando dentro l’autodromo dall’ingresso secondario in prossimità dell’hotel Riviera, dirigendosi verso l’ex “tiro a piattello”, punto ottimale per il birdwatching.
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Il percorso parte dal gruppo di esemplari di Ailanto (Ailanthus altissima), posti a nord della dimora storica.
A circa m 1,90 dal gruppo di Ailanti sulla sinistra si scorge un bell’esemplare di Cedro dell’Atlante (Cedrus atlantica), a sinistra del quale sono presenti un gruppo di individui di Robinia (Robinia pseudoacacia) ed un Bosso (Buxus sempervirens), pianta tipica del Nord Italia utilizzata per le siepi, che qui ha assunto un portamento arboreo.
Continuando a circa m 5,7 sulla destra, si scorge un altro Bosso.
Sulla sinistra, a circa m 1,90, si cominciano ad incontrare i primi esemplari di Quercia virgiliana (Quercus virgiliana); questa quercia è tipica dei boschi localizzati nella fascia a bioclima mesomediterraneo caratterizzati da sclerofille (piante a foglie resistenti e dure) sempreverdi e da caducifoglie termofile (poco resistenti al freddo), inoltre sono presenti gruppi di individui di Ginestrella comune (Osyris alba), di Acanto (Acanthus mollis) e di Asparago (Asparagus acutifolius), piante tipiche della macchia mediterranea.
Continuando a circa m 11, sulla destra troviamo un Ailanto completamente avviluppato dall’Edera (Hedera helix).
Dopo circa m 4, sulla sinistra troviamo un bell’esemplare di Leccio (Quercus ilex), sclerofilla tipica dei boschi termofili.
Subito dopo per un tratto di circa m 60 si attraversa una bellissima galleria di Querce virgiliane che, insieme all’Alaterno (Rhamnus alaternus), all’Acanto, alla Lonicera (Lonicera etrusca), al Pungitopo (Ruscus aculeatus), all’Asparago, al Geranio sanguigno (Geranium sanguineum), alla Rosa canina (Rosa canina) e alla Ferula (Ferula communis), costituiscono l’ipotetica vegetazione naturale autoctona e rendono quest’area, dal punto di vista botanico, la più interessante di tutto il percorso.
Subito dopo, sulla sinistra, si scorge un bell’esempio di siepe frangivento, ormai secolare, a Cipresso (Cupressus sempervirens) sia nella forma pyramidalis che in quella horizzontalis.
Da qui il percorso piega sulla destra e comincia a scendere; per circa m 15 troviamo un’alternanza di Quercia virgiliana, Eucalipto (Eucalyptus camaldulensis) e Cipresso; poi cominciamo a scorgere sulla destra qualche Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) tra esemplari di Ulivo (Olea europea var. europea) per un tratto di circa m 20; nel tratto successivo, per circa m 9, scorgiamo sulla sinistra una bella macchia di Alaterno, Lonicera e Cotogno (Cydonia oblonga), piccolo albero originario dell’Asia occidentale il cui frutto viene utilizzato per la preparazione di marmellate, mentre sulla destra si alternano Eucalipto, Cipresso, Quercia virgiliana e Ginestra (Spartium junceum).
Nei successivi m 37, continua l’alternanza di Quercia virgiliana, Cipresso, Alaterno, Eucalipto e Pino d’Aleppo, mentre sulla destra si osserva la pineta sottostante; si incontra un arbusto di Salvione giallo (Phlomis fruticosa) e per circa m 69 incontriamo Ulivo, Eucalipto, Alaterno, Pino d’Aleppo e Rovo (Rubus ulmifolius).
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Nel tratto successivo, per circa m 25, sulla destra prendono il sopravvento la Ginestra e il Salvione giallo, ma sono anche presenti l’Alaterno, la Lonicera e la Rosa canina; mentre sulla sinistra prende il sopravvento il Tagliamani (Ampelodesmos mauritanica), pianta tipica delle praterie steppiche, detta così per il margine fogliare tagliente.
Nel tratto successivo, di circa m 23, sulla destra ritroviamo un gruppo di Ailanto e Lonicera, insieme a Biancospino (Crataegus monogyna), Rosa canina e Ulivo; sulla sinistra, invece, la Ginestrella comune predomina su Alaterno, Rovo e Rosa canina.
A questo punto il percorso, dopo una curva molto stretta che piega a destra, segue la direzione sud; sulla curva, a sinistra si scorge una bella pineta, sulla destra all’inizio predomina la Ginestra poi si alternano Ailanto, Pino domestico, Pino d’Aleppo, Alaterno ed Eucalipto che man mano diventa più numeroso; si incontrano anche il Tagliamani, l’Asparago, la Lonicera, la Ginestra, lo Gnidio (Daphne gnidium), un arbusto sempreverde tipico dell’ambiente di macchia e la Rubia (Rubia peregrina) un rampicante con base legnosa e persistente, anch’essa tipica pianta di macchia.
A circa m 130 dalla curva sopra menzionata, sulla destra si scorge un prato dove domina l’Acetosella gialla (Oxalis pes-caprae), si tratta di una pianta di origine africana che fu trasportata e spontaneizzata nel bacino del Mediterraneo a partire dal XVIII secolo.
Continua per circa altri m 22 la prevalenza dell’Eucalipto, dopo di che il sentiero si rivolge ad oriente, quindi verso il Lago; a questo punto invece di seguire la stradella che si prende al ritorno (dove prevalgono piante della macchia mediterranea) si può fare una piccola deviazione a sinistra, che dopo circa m 60 si immette nel sentiero principale; lungo la deviazione si incontrano Pino domestico, esemplari secolari di Ulivo ed un vecchio Pero selvatico (Pyrus piraster).
Giunti sul sentiero principale si può scegliere tra due alternative: imboccare un sentiero sulla destra che in circa m 50 conduce ad un pianoro con una bella pineta, dal quale si può ammirare il Lago e riposarsi dato che è presente un’area attrezzata (con una serie di giochi con i quali poter interagire e fare piacevoli scoperte di tipo naturalistico-scientifiche; il tutto con accessibilità anche ai diversamente abili); oppure continuare a scendere in direzione del Lago stesso.
Il sentiero che scende verso il Lago si fa ripido, per circa m 37 sulla destra scorgiamo Ginestra e Tagliamani, mentre sulla sinistra prevalgono piante di macchia come la Rosa canina, il Biancospino, l’Alaterno, l’Olmo comune (Ulmus minor) e ai bordi del sentiero comincia a comparire la Canna del Reno (Arundo pliniana), una pianta erbacea perenne con rizoma tenace tipica dei pendii argillosi umidi.
Il percorso continua a scendere ripido in direzione sud per circa m 188, a destra predomina ora la Ginestra, ora il Tagliamani; è pure presente la Ferula e qualche Ulivo; sulla sinistra prevale ora la Ginestra, ora il Sommacco (Rhus coriaria), ora il Tagliamani, si scorgono anche un Pino d’Aleppo, qualche Olivastro (Olea europaea var. sylvestris) ed un piccolo Noce (Juglans regia), albero, originario dell’Asia Minore e diffuso dai Greci, che nella conca pergusina è molto presente e mostra una notevole capacità di diffusione spontanea.
Con un’altra curva a gomito il percorso riprende la direzione nord; sia a destra che a sinistra prevale il Sommacco, ma non mancano la Ginestra, il Tagliamani e il Fico (Ficus carica).
In circa m 118 si raggiunge il cancello secondario della Villa Zagaria, punto di arrivo del percorso.
Da qui, come detto all’inizio, si può proseguire per la riva del Lago.