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Percorso didattico "Sentiero 1"

Il percorso, di circa 1.388 metri e denominato “Sentiero 1”, si snoda nella zona A della “Riserva Naturale Orientata dei Monti Sambughetti e Campanito”.
L’itinerario parte da un cancelletto d’ingresso, posto al chilometro 30,5 della SS 117 (sulla sinistra venendo da Nicosia).
A pochi metri è posta una tabella che indica il sentiero; la vegetazione dominante è costituita dall’ibrido (tra il pioppo nero e il nordamericano pioppo deltoides) pioppo dal Canadà (Populus canadensis) che si differenzia dal p. nero per il colore rossastro delle foglie giovani in primavera. Ad esso si accompagna il pioppo nero (Populus nigra) e il frassino meridionale (Fraxinus oxycarpa). In primavera, colpisce la bellissima fioritura del giallo ranuncolo bulboso (Ranunculus bulbosus), della pratolina comune (Bellis perennis), della veccia pelosa (Vicia villosa) e dello scardaccione selvatico (Dipsacus fullonum).

A circa 37 metri dall’ingresso, sulla destra si incontra l’acero americano (Acer negundo), originario del Nordamerica.
Continuando, dopo circa 33 metri, si può osservare la rosa selvatica comune (Rosa canina), sulla quale si può spesso trovare la comune galla prodotta dall’insetto imenottero Diplolepis rosae, dal tipico aspetto di un groviglio, costituito da numerosi processi fogliari dal colore verde con sfumature rossastre che in autunno imbruniscono. E’ pure presente il rovo (Rubus ulmifolius), il corinoli arrotondato (Smirnium rotundifolium) tipica ombrellifera dalle foglie ovali abbraccianti il fusto, l’opopanace comune (Opopanax chironium), la calcatreppola campestre (Eryngium campestre) e varie leguminose dai colori più svariati come il ginestrino purpureo (Tetragonolobus purpureus), la gialla cicerchia bastarda (Lathyrus aphaca), la veccia dolce (vicia sativa) dalla corolla purpureo-violacea, la scarlatta cicerchia sferica (Lathyrus sphaericus) e la pallida cicerchia pisellina (Lathyrus ochrus). Percorrendo altri 303 metri, fra il suono di un ruscelletto si arriva ad un ponticello di legno, da cui si comincia ad ammirare la cima svettante del Monte Campanito, mentre a destra in lontananza si può osservare un impianto di conifere a cedri.

Dopo circa 94 metri, sulla sinistra si può ammirare un bell’orniello (Fraxinus ornus); qui diventano più abbondanti i frassini meridionali e comincia a comparire qualche acero oppio (Acer campestre).
Dopo altri 100 metri ci si può riposare su delle panchette all’ombra dei frassini meridionali, da dove magari si possono ammirare insetti, quali l’ortottero Pezotettix giornae o qualche coleottero Cerambicide dalle lunghe antenne come il Morinus asper asper. Laddove gli alberi diventano più radi prende il sopravvento la prateria con dominanza di orzo selvatico (Hordeum murinum).
Dopo circa 70 metri, scorgiamo l’ontano cordato (Alnus cordata), una betulacea endemica in Italia, ma in Sicilia introdotta.
Altri 30 metri e sulla sinistra incontriamo un maestoso cedro dell’Atlante (Cedrus atlantica); un buon osservatore nel sottobosco può anche scorgere il delicato Nontiscordardimé ramosissimo (Myosotis ramosissima).
Dopo circa 350 metri una seconda tabella ci indica la direzione verso i laghetti, in primavera è possibile scorgere la bella fioritura rosa della lattughella (Fedia cornucopiae).

Percorrendo altri 55 metri, sulla destra si scorge una macchia di prugnolo (Prunus spinosa).
A circa 20 metri la salita si fa un po’ più ripida, gli aceri oppio si fanno più abbondanti e comincia a comparire il pino nero (Pinus nigra).
Dopo circa 165 metri si arriva ad un pianoro con pioppi dal Canada, sotto i quali c’è un’area attrezzata per il pic-nic.
A soli 36 metri una terza tabella ci indica il sentiero da seguire.
Dopo altri 26 metri, troviamo a destra il bellissimo e raro agrifoglio (Ilex aquifolium), specie caratteristica dei boschi di faggio, e a sinistra il sambuco (Sambucus nigra); nel sottobosco osserviamo il sambuco lebbio (Sambucus ebulus), dall’odore fetido, il tamaro (Tamus communis), in primavera le belle fioriture del geranio volgare (Geranium molle), del geranio lucido (Geranium lucidum), della silene bianca (Silene alba) , della falsa ortica flessuosa (Lamium flexuosum) e del geranio di S. Roberto (Geranium robertianum), mentre in autunno si possono osservare le fioriture del ciclamino napoletano (Cyclamen hederifolium) e dell’endemico colchico di Bivona (Colchicum bivonae).

In circa 52 metri si arriva alle sponde del primo laghetto, punto di arrivo del percorso. Qui è possibile osservare una vegetazione molto varia: il pioppo dal Canadà, sul quale talvolta si abbarbica l’edera (Hedera helix); il biancospino comune (Crataegus monogyna), il pino nero e la robinia (Robinia pseudoacacia); la peculiare vegetazione ripariale, quale la menta d’acqua (Mentha acquatica), dai bei fiori violetti, la lisca maggiore (Typha latifoglia), il giunco comune (Juncus effusus), il garofanino d’acqua (Epilobium hirsutum), dalla fioritura rosa, e il salice (Salix pedicellata); tra le piante acquatiche, infine, spicca la brasca comune (Potamogeton natans), tra le cui foglie natanti è possibile scorgere la rana verde minore meridionale (Rana hispanica complex) o la testuggine palustre siciliana (Emys trinacris).








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